Orientamento Attivo: la scuola che ti aiuta davvero a capire chi vuoi essere
- Academy of Distinction
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Dal punto di vista dello studente!
Durante gli anni della scuola superiore, quanti di noi si sono sentiti dire: “Devi iniziare a pensare al tuo futuro”? Molti. Ma quanti si sono davvero sentiti aiutati a capire chi vogliono diventare dopo la maturità?
Fino a poco tempo fa, l’orientamento scolastico era spesso qualcosa di vago: un paio di incontri, qualche consiglio generico, magari un test attitudinale, e poi… “decidi tu”.Oggi, però, qualcosa sta cambiando grazie all’Orientamento Attivo: un nuovo modo di accompagnarci in questo percorso, in cui la scuola prova davvero a metterci al centro. Non solo come studenti, ma come persone.
Cos’è l’Orientamento Attivo?
È un progetto previsto dal PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), che vuole rendere l’orientamento scolastico più concreto, continuo e personalizzato. Non più solo un’attività finale, ma un percorso che parte già dal biennio, con esperienze distribuite lungo tutti e cinque gli anni delle superiori.
E non si tratta solo di “fare più lezioni”. L’orientamento attivo ci fa entrare in contatto diretto con il mondo che c’è fuori dalla scuola:
laboratori pratici
incontri con professionisti
visite in università e aziende
simulazioni di colloqui
esperienze di stage, anche brevi
Cosa cambia per noi studenti?
La vera differenza è che non ci dicono cosa fare, ma ci danno strumenti per capirlo da soli.Per esempio:
alcune scuole usano piattaforme digitali per raccogliere esperienze, riflessioni e attività, come un “diario” del nostro orientamento;
ci sono settimane dedicate all’orientamento, con incontri su percorsi post-diploma (università, ITS, mondo del lavoro);
i docenti ci aiutano a individuare i nostri punti di forza e a fare scelte più consapevoli.
Perché è importante?
Perché tanti ragazzi e ragazze arrivano al diploma senza avere un’idea chiara di cosa vogliono fare, o cambiano percorso dopo poco.L’Orientamento Attivo serve proprio ad evitare sprechi di tempo, frustrazione e delusioni.E soprattutto ci fa sentire protagonisti: non siamo solo numeri o voti, ma giovani con potenziale.
Conclusione: una scuola che crede in noi
Forse non esiste una risposta perfetta alla domanda “Cosa farai da grande?”, ma sapere che la scuola sta cominciando a prenderla sul serio e a darci strumenti per affrontarla, fa davvero la differenza.
L’Orientamento Attivo è solo all’inizio, ma può diventare quella spinta che mancava per aiutarci a capire non solo che strada scegliere, ma anche chi vogliamo diventare.
Cinque domande sull’Orientamento Attivo
1. Cosa rende davvero efficace l’Orientamento Attivo rispetto ai metodi del passato?
Ciò che lo rende efficace è l’attenzione alla persona, non solo allo studente. Le attività pratiche ci permettono di conoscere contesti nuovi e di metterci alla prova. Questo approccio ci aiuta a crescere e a orientarci con più consapevolezza.
2. In che modo la nostra scuola sta mettendo in pratica questi principi?
La scuola organizza visite in aziende, fiere e università. Grazie all’alternanza scuola-lavoro e ad altri progetti, possiamo confrontarci con il mondo reale, capire meglio cosa ci interessa e riconoscere i nostri limiti e punti di forza.
3. Queste attività possono davvero aiutarci a fare scelte più consapevoli?
Sì, perché ci fanno conoscere opzioni concrete. Ci permettono di riflettere su cosa ci piace, cosa sappiamo fare e dove possiamo migliorare. Ci preparano a prendere decisioni con più sicurezza.
4. Come possiamo sfruttare al meglio queste esperienze?
Partecipando con curiosità, facendoci domande, parlando con chi incontriamo, osservando. Anche un’esperienza che non ci entusiasma può insegnarci qualcosa. L’importante è viverla in modo attivo e riflessivo.
5. Ci sono strumenti digitali utili per raccogliere le nostre esperienze?
Sì, alcune piattaforme permettono di creare un diario digitale dell’orientamento, dove annotare attività, esperienze e riflessioni. Inoltre, è utile consultare i siti delle università, partecipare a forum o gruppi online, e parlare con persone con più esperienza per ricevere consigli.
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